La signora dello zoo di Varsavia by Diane Ackerman

autore:Diane Ackerman [Ackerman, Diane]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa straniera
ISBN: 9788820096885
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2017-10-20T04:00:00+00:00

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IL nevoso autunno del 1942 colpì lo zoo con una furia straordinaria: i venti sferzavano gli edifici di legno fino a farli gemere e sbattevano i cumuli di neve trasformandoli in splendenti soufflé. All’inizio della guerra il bombardamento aveva devastato i terreni del giardino zoologico, confondendo i punti di riferimento; la neve cadde pesantemente nascondendo una serie di nuovi solchi, abbatté steccati, distorse stradine in pietrisco, intaccò sporgenze metalliche. Sotto quello che appariva un morbido paesaggio innevato, si annidavano ovunque mostri di metallo, che confinavano le persone a un labirinto di sentieri aperti a forza di pala e di pascoli ben battuti.

Il raggio d’azione di Antonina si ridusse ancora di più perché era oppressa da un dolore alle vene della gamba, una probabile flebite, che le rendeva straziante camminare e la costrinse a letto dall’autunno del 1942 alla primavera del 1943. Trentaquattrenne insolitamente attiva, detestava rimanere segregata nella sua camera da letto, con addosso vestiti pesanti, imbacuccata sotto strati di coperte e trapunte («mi sento così inutile e a disagio», si lamenta nei suoi scritti), quando c’era una famiglia numerosa da amministrare. Dopotutto, lei era la matrioska più grande e non solo simbolicamente, visto che era anche incinta. È difficile capire se le si formarono gli emboli nelle gambe a causa della gravidanza, del fumo, delle vene varicose o di fattori ereditari. Ma la flebite può essere pericolosa; nella sua forma più grave, la trombosi venosa profonda, un embolo viaggia verso il cuore o i polmoni, causando la morte. Ma anche una lieve flebite o un’artrite reumatoide (un’infiammazione delle articolazioni) rendono le gambe arrossate e gonfie e richiedono riposo, per cui, non avendo alternative, Antonina riceveva in camera da letto i famigliari, gli amici e il personale.

Nel giugno 1942 il movimento clandestino polacco ricevette una lettera, scritta in codice, che raccontava di un campo di sterminio a Treblinka, una città non distante da Varsavia. Ecco una parte dell’avvertimento:

Zio sta organizzando (Dio ci salvi) una festa di nozze per i suoi figli anche da voi (Dio non voglia) […]. Si è preso in affitto un posto vicino a voi, molto vicino a voi, e voi probabilmente non ne sapete nulla, ecco perché vi scrivo e vi mando un messaggero speciale insieme a questa lettera, di modo che ne siate informati. È la verità. Dovete prendere in affitto nuovi posti fuori città per voi e per tutti i fratelli e i figli di Israele. […] Sappiamo per certo che zio ha questo posto per voi, ed è quasi pronto. Dovete saperlo e trovare una via d’uscita. […] Zio ha in progetto di tenere la festa di nozze il prima possibile. […] Nascondetevi. […] Ricordate: siamo il sacrificio sacro, «quello che al mattino sarà avanzato…»1

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